
Troppo spesso, soprattutto nel calcio, viene sottovalutato il tema della preparazione e della condizione fisica: prevenzione per gli infortuni nello sport
Negli ultimi anni, in qualsiasi ambito dello sport, si sono registrati numerosi passi in avanti per ciò che concerne i metodi di allenamento e di recupero da eventuali infortuni. Tuttavia, soprattutto in Italia, si tende a guardare con diffidenza qualsiasi forma di progresso che riguardi l’ambito atletico nella preparazione fisica.
Tutto ciò risulta quasi un ossimoro, se consideriamo le ingenti somme che circolano nel mondo sportivo, ma soprattutto le importanti ed innovative tecnologie diffuse negli ultimi decenni.
Da questo punto di vista, il settore calcistico è rimasto ancorato ad un’arretratezza a dir poco preoccupante. Diversi studi scientifici, infatti, dimostrano che la maggior parte degli infortuni subiti dai calciatori siano figli dell’incuria in fase di preparazione atletica dello sportivo, mentre molti addetti ai lavori continuano (erroneamente) ad additare la ‘sfortuna’ come causa esterna ed accidentale dei problemi fisici.
A tal proposito, particolarmente interessante è stata l’intervista realizzata da Foxsports ad un professionista del settore come Alessandro Brunello, maestro della Federazione Italiana Pesistica e tecnico per la preparazione atletica di atleti agonisti, di alto livello nazionale e internazionale in numerose discipline sportive: dalla pesistica all’atletica, passando per football americano, pugilato, canottaggio, beach volley, apnea, calcio ed altri sport.
Con le sue parole, Brunello ha sottolineato l’importanza degli esercizi improntati sulla ‘forza’, troppo spesso snobbati dai preparatori atletici. “Gli esercizi della pesistica costituiscono la base per l’allenamento di qualsiasi sport, non a caso nel resto del mondo lo strappo e lo slancio vengono adoperati come preparazione atletica di base già a partire dalle scuole”.
La pesistica come principio di ogni forma di allenamento che riguardi la forza, insomma. Applicabile, secondo l’esperto, anche al calcio: uno sport in cui – contrariamente alle maldicenze – potrebbe addirittura fare la differenza. Pertanto, il compito di un preparatore atletico che lavora sulla forza diverrebbe non solo quello di incrementarne il valore assoluto della forza del singolo calciatore, ma anche quello di indurre il giocatore a saperla incanalare al massimo delle potenzialità nel suo gesto sportivo, ottimizzandone sia reclutamento sia i tempi di attivazione muscolare.
Ma, allora, perché tantissimi club militanti nel campionato di Serie A e serie minori continuano ad insistere su pratiche obsolete e metodi di lavoro fossilizzati? Come mai in Italia tutt’oggi trovano applicazione certi preconcetti che non lasciano spazio all’innovazione? Risponde così Brunello: “nel calcio, in maniera molto ottusa e banale, c’è sempre la paura che aumentare la forza sia sempre legato ad un eccesso di massa muscolare.
L’idea della ‘troppa massa’ legata alla forza è un falso mito, si pensi, per esempio, al salto in lungo o al salto in alto, in cui l’obiettivo della preparazione atletica è aumentare la forza nell’atleta senza aumentarne la massa, rimanendo più ‘leggeri’ al fine di saltare di più. In questi casi, su cosa si può lavorare in allenamento per migliorare la prestazione? “Si lavora sul tasso di sviluppo della forza, ovvero su quanta forza l’atleta riesce a reclutare nell’unità di tempo e non solamente sul valore assoluto della forza massima”.