Parla Liliana Segre Parla Liliana Segre

Le amare parole di Liliana Segre: “Ho vissuto invano, ecco perché…”

Liliana Segre è una persona straordinaria, senatrice a vita che dispensa sempre parole importanti. La donna ha parlato però in maniera amara della sua vita.

Sopravvissuta all’Olocausto da allora la donna ha voluto far rivivere il ricordo di quegli attimi terribili affinché una cosa così orribile non si ripetesse più.

Parla Liliana Segre
Liliana Segre, le parole amare (ANSA) FonteNews.it

Al New York Times, a fronte di una lunga intervista, ha specificato: “Temo di aver vissuto invano. Perché avrei sofferto per trent’anni a condividere fatti intimi del mio dolore, della mia famiglia e della mia disperazione. Per chi? Perché?”. Ha anche specificato, quando le chiedono se è vissuta a lungo per veder ripetere la storia, che non sarebbe la prima volta.

93 anni, la donna vive a Milano ed è una laica di famiglia ebrea. Perse la mamma quando era una bambina perché colta da un tumore. Il padre lavorava invece nell’azienda tessile della sua famiglia e la crebbe insieme ai suoi genitori. Tra i racconti legati al papà c’è quello di quando questi smise di guidare dopo aver ucciso involontariamente al volante un uccello. Un gesto che la donna ha definito gentile e davvero di grande umanità. Liliana amava andare a scuola ed era bravissima in italiano, ma aveva delle difficoltà in matematica.

Liliana Segre, una vita speciale

Liliana Segre è nata a Milano il 10 settembre del 1930. A partire dal 1938 subì le pesanti imposizioni legate dalle leggi razziali. A tredici anni fu arrestata e deportata ad Auschwitz. Fece ritorno dal campo di concentramento solo alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

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Liliana Segre confessione dolorosa (ANSA) FonteNews.it

Dopo essersi tenuta a lungo il dolore dentro negli anni novanta decise di parlare della sua vita per provare a sensibilizzare sull’argomento le persone. Il 19 gennaio del 2018 è stata nominata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella senatrice a vita per “aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”.

Nella storia viene ricordata anche come la terza donna, dopo Maria Elisabetta Alberti Casellati e camilla Ravera, a presiedere la camera alta del Parlamento italiano. A lei dobbiamo anche numerose opere di forte sentimento che hanno fatto capire agli italiani i momenti terribili vissuti dai connazionali ebrei in quel periodo storico preciso.

Anche a teatro è arrivata la sua parola con un progetto teatrale chiamato “Come un ermellino nel fango” del 2012 basato sui suoi racconti e su quelli di Tadeusz Borowski. Sicuramente è una donna che ha lasciato un’impronta molto importante nel nostro paese e non solo.

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