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Aumentano le pensioni minime: assegni fino a 614 euro, ma attenzione al conguaglio

Pensioni più alte per tutti ma attenzione al conguaglio. Vediamo insieme cosa succederà a breve a migliaia di pensionati. 

Pensioni minime più alte: il Governo Meloni ha mantenuto le promesse. Analizziamo la situazione nei dettagli. Con la legge di Bilancio 2024, il Governo di Giorgia Meloni ha predisposto una rivalutazione annua delle pensioni pari al 5,4%. A questa se ne è aggiunta un’altra pari al 2,7% riservata solo agli assegni pari o inferiori al trattamento minimo dell’Inps.

Aumenti delle pensioni
Pensioni minime più alte- (Fontenews.it)

Già lo scorso anno il Governo aveva attuato la stessa politica e le pensioni minime avevano beneficiato di due rivalutazioni: quella generale per tutte e una specifica. Lo scorso anno le pensioni pari o inferiori al trattamento minimo erano state rivalutate dell’1,5% per le persone con meno di 75 anni e del 6,4% per gli anziani dai 75 anni in su. Pertanto molti, dallo scorso anno, hanno raggiunto la soglia dei 600 euro al mese. Soglia che verrà ulteriormente aumentata nel 2024 grazie a due nuove rivalutazioni.

Pensioni minime: ecco cosa cambierà

Pensioni minime più alte nel 2024. Quest’anno le pensioni supereranno i 600 euro al mese grazie a due nuove rivalutazioni. Vediamo tutte le novità previste dalla legge di Bilancio 2024. Come anticipato, nel 2024 le pensioni saranno soggette ad una rivalutazione pari al 5,4%. Percentuale che, tuttavia, riguarderà solo gli assegni pari o inferiori a 4 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps. Gli assegni più ricchi verranno anch’essi rivalutati ma secondo percentuali più basse.

Pensioni trattenute Inps
L’Inps applicherà delle trattenute sulle pensioni- (Fontenews.it)

Le pensioni minime saranno soggette ad un’ulteriore rivalutazione del 2,7%. Grazie alle due rivalutazioni, dunque, gli assegni minimi arriveranno a 614,77 euro al mese. Siamo ancora un po’ lontani dai 1000 euro al mese auspicati dall’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ma la direzione imboccata è certamente quella giusta.

Inoltre grazie alla riforma dell’Irpef, chi ha una pensione fino a 15.000 euro all’anno beneficerà di una “no tax area” mentre chi ha un reddito compreso tra 15.000 euro e 28.000 euro annui avrà un’aliquota del 23%: due punti in meno rispetto allo scorso anno. Aliquota del 35% per le pensioni tra i 28.000 euro e i 50.000 euro e aliquota del 43% per chi supera i 50.000 annui.

Attenzione ai conguagli che si ripercuoteranno sulle prime mensilità delle pensioni.  Infatti alla fine del 2023 è stato effettuato un ricalcolo delle ritenute Irpef e addizionali regionali e comunali. Qualora, dal ricalcolo, emergessero trattenute mensili più basse rispetto a quanto dovuto su base annua, allora l’Inps effettuerà delle trattenute sugli assegni previdenziali dei mesi di gennaio e di febbraio.

Se gli importi pensionistici di gennaio e di febbraio fossero insufficienti per recuperare quanto dovuto, allora le trattenute da parte dell’Inps proseguiranno anche  nei mesi successivi fino a recuperare tutto il debito. L’Inps ha già fatto sapere che, nel caso di pensionati con un assegno annuo fino a 18.000 euro, le trattenute sulla pensione dureranno fino a novembre.

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