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Multe e ricorso: cosa succede davvero se viene respinto, meglio saperlo prima

Il ricorso contro una multa può essere rigettato. In questo caso, si rischia di pagare un costo più elevato? Per la legge non ci sono dubbi.

Contro le multe stradali è possibile presentare ricorso e far valere le proprie ragioni. In particolare, il ricorso può essere presentato dinanzi al Prefetto, entro 60 giorni dalla notifica, oppure dinanzi al Giudice di Pace, entro 30 giorni dalla notifica.

Ricorso multa stradale
Contro le multe si può presentare ricorso- (Fontenews.it)

Nel primo caso, non è richiesta la presenza dell’avvocato né il rispetto di precise formule. Basta, infatti, allegare il verbale contestato e indicare le norme che si ritengono violate. Se, invece, si sceglie di presentare ricorso al Giudice di Pace, è necessario pagare un contributo unificato di 43 euro, per le multe di ammontare fino a 1.100 euro. Ma cosa succede nel caso in cui il ricorso sia respinto? È vero che l’importo della multa aumenta? Vediamo cosa stabilisce la normativa.

Ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace: come cambia l’ammontare della multa in caso di rigetto?

Nell’ipotesi di rigetto del ricorso al Prefetto, quest’ultimo emette un’ordinanza motivata, con la quale ordina il pagamento di una cifra non inferiore al doppio del minimo edittale.

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Cosa succede se viene respinto il ricorso contro la multa?- (Fontenews.it)

Questo significa che il trasgressore dovrà pagare quasi il doppio dell’importo iniziale della multa. La multa, infatti, se pagata entro 60 giorni, si riduce, mentre, se pagata entro 5 giorni, viene scontata del 30%. Il versamento della somma specificata nell’ordinanza del Prefetto e delle relative spese va compiuto entro 30 giorni dalla notificazione. L’interessato, inoltre, può presentare ricorso al Giudice di Pace contro l’ordinanza del Prefetto, entro 30 giorni.

Il Prefetto ha 210 giorni di tempo dalla notifica del ricorso per decidere (oppure 180 giorni, se il ricorso è stato inviato all’organo che ha comminato la multa, ad esempio la polizia municipale). Se decorre tale termine senza che sia stata presa una decisione, si applica il principio del “silenzio assenso“. Il silenzio è interpretato alla stregua dell’accettazione del ricorso e, dunque, la multa è annullata.

Nel caso in cui, infine, è il Giudice di Pace a respingere il ricorso, il trasgressore sarà obbligato a versare una somma ricompresa tra la sanzione minima e massima stabilita per l’infrazione compiuta e contestata. Nella maggior parte dei casi, viene confermata la cifra minima inflitta al momento della violazione. Di conseguenza, l’ammontare della muta non cambia. Il ricorrente, tuttavia, è tenuto a pagare i costi del giudizio, ossia il contributo unificato e le spese per l’avvocato (se l’importo della multa non supera i 1.100 euro).

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