
È stato l’argomento di punta di questa fine ano 2017, senza dubbio passerà alla storia come uno dei temi centrali della finanza. Una ascesa imponente quella che negli ultimi mesi ha caratterizzato il Bitcoin, moneta virtuale per eccellenza, la più famosa delle tante presenti oggi sui mercati. E va detto che questa fama il Bitcoin se la è guadagnata sul campo a suon di aumento di valore, non c’è niente di aleatorio dietro. Nelle ultime settimane questa valuta virtuale ha sfiorato la quotazione record di 20mila dollari diventando ormai un argomento che non può essere più ignorato: qualcuno ha provato a prenderlo sotto gamba facendolo passare come una moda momentanea. In realtà negli ultimi mesi questa moneta ha mantenuto livelli costanti di crescita dimostrando di essere affidabile. E i governi centrali si stanno armando per capire come muoversi di conseguenza. Certo è che chi ha investito in Bitcoin, o acquistandolo e tenendolo nel portafogli virtuale o puntandoci direttamente come un asset, quindi facendo trading online sul Bitcoin, oggi si ritrova un piccolo capitale tra le mani.
Durerà ancora a lungo? Questo non è dato sapersi anche perché nel mondo della finanza, come noto, fare previsioni non solo è difficoltoso ma spesso porta anche a fare brutte figure. E allora finchè va, meglio lasciarlo andare e seguirne la deriva. Certo è che quanto accaduto negli ultimi mesi sul mercato delle criptomonete ha posto una questione da dirimere anche piuttosto rapidamente: è arrivato forse il momento di regolamentare il Bitcoin, o almeno di prenderlo seriamente in considerazione e non trattarlo più come un prodotto destinato a sparire come altri nati dalla fervida immaginazione di qualche genio dell’informatica. Qui si è di fronte ad un qualcosa di più grande.
Se ne sono accorti in molti nelle ultime ore: l’Unione Europea si è sbilanciata parlando di rischi per i risparmiatori: un po’ quanto accaduto anche qui in Italia dove alcuni illustri economisti si sono espressi in modo negativo su questa moneta. E che dire degli Usa, dove si sta valutando una nuova tassa sugli scambi di criptovalute e in particolare proprio di Bitcoin?
In Cina non ne vogliono proprio sapere e si sta pensando di vietarne la circolazione in rete, così come in Russia. In sostanza tutto lascerebbe pensare ad una rivolta da parte della finanza tradizionale contro questo strumento che, probabilmente, sta togliendo spazio a chi è abituato a fare affari con le valute tradizionali. Il che renderebbe ancor più simpatico il Bitcoin agli occhi di chi ne ha sempre apprezzato il fatto di essere una monete slegata da logiche decisionali di banche ed organi centrali.